13 ottobre 2024
13 ottobre 2024
13 ottobre 2024
Non solo il gruppo Stellantis ma anche DR ed i marchi di lusso
Il panorama nazionale, in costante evoluzione, è attualmente al centro di un acceso dibattito politico. La questione fondamentale consiste nel braccio di ferro in corso fra il Governo e Stellantis circa i dati sulla produzione di auto e veicoli in Italia. Che la Francia venga privilegiata rispetto all’Italia sembra, un fatto inconfutabile. Benché i valori demografici dei due Paesi siano molto simili, le risorse finanziarie immesse in territorio d’
oltralpe sono superiori. La tesi prevalente vuole che si tratti giusto di una questione politica, giacché lo Stato francese possiede delle rilevanti quote societarie. Frutto del passato tormentato di Peugeot, quando, ridotto ormai al lastrico, l’azienda del Leone accettò di scendere a patti con la classe politica. In cambio del finanziamento, accettò di destinarle parte del controllo. E il lascito di allora lo si nota tuttora in maniera preponderante. L’Abarth 500e costituisce la prima incursione dello Scorpione nelle vetture elettriche. Basata, su una Fiat (la 500e, naturalmente), la piccola sportiva nasce a Mirafiori. La scelta dello stabilimento evidenzia la condivisione di risorse e infrastrutture tra le realtà del gruppo. L’intera famiglia delle Alfa Romeo, comprese la Giulia, lo Stelvio e la Tonale, vede la luce sul territorio nazionale. La Giulia e lo Stelvio escono dalla catena di montaggio di Cassino, la Tonale sorge a Pomigliano d’Arco. La Dodge Hornet, presentata come gemella a stelle e strisce dell’Alfa Romeo Tonale, condivide i “natali” di quest’ultima. Anch’essa è, infatti, opera degli addetti di Pomigliano d’Arco, prima di essere spedita verso gli States. Il Gruppo DR costituisce un caso a parte. Con la particolarità di assemblare componenti cinesi Chery presso il complesso di Marchia d’Isernia, esso conta su una gamma articolata, che tocca vari segmenti. Dall’elettrica DR 1.0 EV alla nuova DR 7.0 Turbo, c’è da perdersi. La fabbricazione delle DR ed EVO è altresì localizzata a Macchia d’Isernia, il che consolida il ruolo recitato dall’Italia nelle sinergie con operatori internazionali. Nel corso della sua fulgida storia, i bolidi del Cavallino Rampante hanno portato la firma di Maranello, senza eccezioni. Il centro nevralgico rimane tuttora un paradiso incontaminato. Qui i sogni prendono realtà, attraverso creazioni di una qualità sopraffina quali la 812, la 296 GTB, la SF90 Stradale e la Purosangue. Si andrà avanti sulla stessa linea pure negli anni a venire. La pioniera a batteria di Ferrari, attesa per il 2025, nascerà immancabilmente nella medesima sede, a rimarcare il forte senso di appartenenza al luogo di origine. Per quanto riguarda Fiat alcune auto iconiche rimangono in Italia, a cominciare dalla sopracitata Fiat 500e, rappresentante della transizione verso la mobilità sostenibile, prodotta a Mirafiori. La Fiat 500X, un crossover di dimensioni ridotte, viene completata a Melfi, accanto alla “cugina” marchiata Jeep. Per concludere, la Fiat Panda attualmente in produzione è affidata a Pomigliano d’Arco, mentre la prossima generazione è stata commissionata alla maestranza serba. La Jeep Renegade viene costruita a Melfi, al fine di diversificare le attività del marchio al di fuori degli Stati Uniti. La Jeep Compass accompagna il suo percorso. Paragonabili alla Ferrari, le Lamborghini racchiudono l’essenza delle auto prodotte in Italia. Quindi, nonostante la proprietà straniera, l’Urus, la Revuelto e la futura Lanzador rientrano nella schiera delle meraviglie della Motor Valley. Il marchio Maserati ha un deciso spirito “patriottico”. La MC20 è frutto del know-how e dell’ingegno della manodopera modenese. Mirafiori “sforna” la Levante, la Ghibli, la Quattroporte e la futura GranCabrio. La Grecale, un SUV compatto, intraprende il suo viaggio verso il resto del mondo da Cassino, condividendo l’architettura Giorgio insieme alle Alfa Romeo Giulia e Stelvio. La Pagani, rinomata in ogni angolo del pianeta, realizza l’intera gamma, incluse la Huayra e l’Utopia, a San Cesario sul Panaro, nel modenese.
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